13. Tristimolo e triangolo di Maxwell
Se il sistema Munsell può bastare alla maggioranza delle persone che fanno uso del colore, nell'industria moderna è necessario qualcosa di più tecnicamente oggettivabile. Occorre definire per il colore delle precise caratteristiche fisiche, esprimibili con semplici numeri.
L'idea che un dato colore possa essere "battezzato" con una tripletta è nata, manco a dirlo, in analogia col comportamento dell'occhio umano. Si tratta di stabilire in quale misura è presente, in una data tinta, ciascuno dei tre colori primari.
Si definisce così il tristimolo, o tripletta di stimoli associati a ciascun colore, sia esso spettrale o no.
Per fare ciò si usa una tecnica sperimentale che si giova di un semplice strumento, il colorimetro, dotato di tre manopole in grado di regolare ognuna una delle tre luci colorate primarie, fino all'ottenimento di un dato colore. Gli indici delle manopole daranno allora i tre valori della luminosità dei primari, che costituiscono il tristimolo.
Per maggior praticità si definiscono a questo punto le coordinate di cromaticità:__R__________::______ V __________________ B
r = ------------- _____v = ------------- _____b = -------------
___R + V + B ___________R + V + B ___________R + V + B
Così espresse, le coordinate di cromaticità sono tali che sommate danno sempre 1. Basta quindi darne due perché la terza sia subito nota per differenza.
E' conveniente graficare i valori di cromaticità su un triangolo equilatero, detto triangolo di Maxwell o triangolo di cromaticità.
[ Fig. 10] La rappresentazione delle coordinate di cromaticità r, v e b nel triangolo di Maxwell.
I colori puri devono stare sul perimetro. Nei vertici si hanno rosso, verde e blu.
Nei punti di mezzo dei lati, giallo, cian e magenta. O è il bianco.
Il particolare giallo Z, di coordinate r=0,44, v=0,47, b=0'09, cade all'interno del triangolo e perciò non è puro.
Tutti i colori che si ottengono dalle mescolanze additive dei tre primari corrispondono a punti che cadono all'interno del triangolo o lungo il suo perimetro.
Nei vertici si hanno blu, rosso e verde, perché in essi uno degli indici vale uno e tutti gli altri due zero. Il bianco è dato dal punto centrale del triangolo O e corrisponde a r = v = b = 1/3 e saturazione zero.
Allontanandosi da esso verso il perimetro compaiono le componenti cromatiche, che raggiungono la saturazione totale sul perimetro stesso.
Il triangolo di Maxwell definisce la percezione fisiologica di colore in modo globale, riassumendo in sé sia la sensazione di tinta (cioè la lunghezza d'onda dominante), che di saturazione o purezza (cioè di miscelazione con la componente acromatica bianca).
Non è pratico però per due motivi: primo, perché non sfrutta il fatto che bastano solo due coordinate di cromaticità per definire il colore; secondo, perché costringe a spostamenti lungo linee inclinate, mentre sarebbe assai più semplice tracciare segmenti perpendicolari ai lati. E, infatti, questo è quanto si preferisce fare con i moderni diagrammi di cromaticità. Ma non è tutto: si scopre che, quando si scelgono tre primari reali, si ottengono quasi tutte le possibili varietà cromatiche, tranne però alcune.