La città moderna
22.
Compare e scompare dalla città moderna il colore materiale
dei metalli arrugginiti e delle vernici antiruggine che assumono gli stessi
toni rossastri dell'agente corrosivo che devono combattere, oppure simulano
fin che possono la lucentezza o il grigio del metallo fuso e brillante.
L'era industriale contemporanea vorrebbe presentarsi con la brillantezza
e la lucentezza del metallo o con le coprenti tinte metallizzate; la ricerca
specifica dei trattamenti sull'anticorrosività delle leghe tende
a coprire come una pelle meccanica il corpo e il destino degli oggetti,
quasi allungandone la vita artificialmente nel segno dell'incorruttibilità.
Un "colore eterno" infatti appare ovunque nel segno della brillantezza
e vetrosità delle vernici e degli smalti che danno al colore l'effetto
ruggente dell'oggetto "nuovo" appena uscito di fabbrica.
Accanto all'estetica del "lucido" fluttuante dell'oggetto e del
prodotto, il corpo della città moderna assume tonalità entro
la gamma del grigio, non soltanto per il processo di offuscamento e di imbrattamento
dei materiali oggi accelerato dalle polveri e dagli inquinamenti dell'industria
e del traffico, ma anche per la diffusione di materiali costruttivi, senza
un vero colore, come l'asfalto e il cemento.
Questo grigio, forse non del tutto inerte ma producente e avvolgente, di
cui si possono individuare e riprodurre più di un centinaio di tonalità
- ecco l'occhio moderno - s'impone nella contrapposizione al verde, colore
altrettanto necessario alle speranze della nostra civiltà.